sabato 26 ottobre 2013

Siria: l'Onu si organizza per vaccinare milioni di bambini, perchè si teme una epidemia di poliomielite

Una conseguenza atroce della guerra in Siria  rischia di colpire i più piccoli e i più deboli.
Perchè:
Qualche settimana fa a Dei al Zour, una città della Siria orientale un gruppo di bambini sono stati colpiti da paralisi e questo fatto ha spinto il governo a condurre dei test e purtroppo la diagnosi è stata di poliomielite.

La sig Valerie Amos, alto funzionario delle Nazioni Unite, ha detto al Consiglio di sicurezza di venerdì, che sia il governo che i ribelli, hanno sempre ignorato la direzione del consiglio cioè di dare accesso agli operatori umanitari nelle aree in difficoltà.
perciò,

L'Onu teme una epidemia di poliomielite in Siria e si sta mobilitando per vaccinare 2,5 di bambini e altri 8 milioni nella regione. La poliomielite è una malattia virale incurabile, porta alla paralisi e poi alla morte. E' riapparsa in questo paese devastato dalla guerra per la prima volta dopo più di una dozzina di anni.


L'organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con l'Unicef e altre organizzazioni umanitarie, si stanno organizzando per somministrare della vaccinazioni antipolio a partire da Deir al-Zour, poi Iraq occidentale, nel sud della Turchia, Giordania, Israele, i territori palestinesi e in Egitto. In Libano ci sono 700.000 profughi siriani e li i funzionari della sanità pubblica si stanno sforzando per vaccinare tutti i bambini fino a 5 anni.

Il dott. Aylwardm ha comunicato che più di 10 milioni di bambini in Medio Oriente, avrebbe ottenuto la vaccinazione antipolio, nelle prossime settimane.

Purtroppo la sig Amos, ha anche detto che il governo siriano ha sempre rifiutato di approvare i 100 visti che sono stati chiesti dal personale delle Nazioni Unite e che in Siria essendoci più di 2000 gruppi armati che si oppongono al governo i viaggi all'interno del paese sono difficili e pericolosi, i rapimenti degli operatori sono sempre più frequenti e che non si trovano autisti disposti a rischiare, perchè temono per la loro vita.
Non mi resta che sperare, che tutte le parti cessino la guerra   e cosentino agli operatori sanitari di operare in piena pace e tranquillità e che non permettano  che il prezzo di questo conflitto venga pagato dai loro figli.








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