
Dice Bernardo Caprotti nella sua lettera che forse si sentirà più leggero e libero di fare quello che gli è sempre piaciuto, cioè di andare per negozi e cantieri e di non passare la vita subissato da carte e pratiche da firmare.
Mi vien da pensare che uomini come Bernardo Caprotti ne esistono pochi, costruttori e sognatori dotati di grande vigore e lucidità, che ricordano quella Italia grande e operosa, fatta da grandi desideri cosa ben difficile da trovare oggi.
Non ci resta che sperare che Esselunga rimanga in famiglia e che qualcuno dei suoi eredi assomigli al padre continuando con grande vigore il suo lavoro di questi decenni.
A Bernardo Caprotti che ha saputo remare in acque difficili sempre con grande tenacia, lo ringrazio di cuore. .
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