lunedì 22 settembre 2014

Il cristianesimo in Iraq è finito.L'occidente li aiuti a ricominciare

Obama dopo 11 anni ha detto che bisogna aiutare i cristiani dell'Iraq a tornare a casa con queste parole :" non possiamo permettere che queste comunità siano cacciate dalla loro patria"  120.000 persone si sono rifugiate in Kurdistan iracheno  e non torneranno più a casa. Lo comunica Daniel William ex ricercatore senior presso Human Rights Watch sul Washington Post, dopo aver passato 10 giorni con i cristiani di Erbil. Queste persone racconta Daniel sono traumatizzati, non solo perchè hanno perso tutto e trascorsi giorni o settimane in carcere, dove hanno subito un lavaggio del cervello per convertirsi all'Islam o perchè gli hanno strappato i figli dalle braccia,o perchè i loro vicini di casa si sono uniti ai combattenti dello stato islamico, ma perchè gli ultimi 3 mesi sono stati il culmine di 11 anni di inferno.I cristiani hanno iniziato ad avere problemi dopo la caduta di Saddam nel 2003 con al-Qaeda e con le insurrezione dei sunniti, poi con il controllo sunnita dell'Iraq, poi con le milizie sciite che combattevano i sunniti.In tutte queste lotte, trovavano sempre il tempo per perseguitare i cristiani con assalti nei negozi dove vendevano alcolici, nell'agosto del 2004 hanno bombardato 5 chiese e 11 persone sono morte. A novembre hanno bombardato altre 2 chiese e i cristiani hanno cominciato a fuggire in Kurdistan, Giordania e in Siria. Da allora 60 chiese sono state bombardate e l'ultimo a Natale dello scorso anno.Sacerdoti, vescovi son diventati gli obiettivi speciali mandando un segnale preciso, cioè che con loro nessuno è al sicuro, nel giugno del 2007 hanno ucciso un sacerdote cattolico-caldeo e 3 diaconi, perchè il sacerdote si è rifiutato di convertirsi all'islam. L'anno successivo hanno rapito l'arcivescovo caldeo di Mosul Paul Rahho e ucciso il suo autista e due guardie del corpo.Gli attacchi ai cristiani laici sono stati continui, le donne sono state minacce e gli han chiesto di smettere di lavorare, le famiglie hanno subito minacce di morte e continue richieste di denaro, i bambini sono stati rapiti e tenuti in ostaggio, i sunniti e gli sciiti hanno attaccato e espulso i cristiani dal sobborgo di Bagdad di Dora.
L'esodo è in corso, nel 2003 i cristiani erano oltre 1 milione, oggi sono 300.000 e a Mosul non c'è rimasto quasi più nessuno.
I cristiani ormai sono decisi e convinti che è troppo quello che hanno sopportato e che la loro presenza dove per 2000 anni hanno conservato il cristianesimo è terminata, cosi si è espresso un rifugiato:" Abbiamo voluto l'Iraq, ma l'Iraq non ci vuole"
La presenza cristiana in Iraq è stata un baluardo contro il fanatismo, ora l'occidente deve fare la sua parte e accoglierli e in qualche modo e risarcirli dal disastro della guerra iniziata nel 2003. L'America  con Obama ha ritirato le sue truppe senza lasciare nessuna forza che li proteggesse mollandoli  in balia del fanatismo religioso, per questo  oggi ha l'obbligo morale di aiutarli.Non possiamo più chiedere a queste persone dell'altro dolore con  altri sacrifici i cristiani iracheni hanno il diritto di vivere in pace e di essere felici.

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