venerdì 12 settembre 2014

Dal campo profugo di Irbil (Iraq) il drammatico appello di Suor Marie Claude al mondo

Suor Marie Claude Naddaf, capo provinciale delle Suore del Buon Pastore per il Libano e la Siria è ancora scossa da quello che ha visto a Irbil in Iraq

La suora ha accompagnato l'associazione Catholic Near Welfare a visitare il campo settimana scorsa, dove più di 100.000 cristiani e altre minoranze hanno cercato rifugio in seguito agli attacchi da parte dei militanti dello Stato islamico e molta di questa gente ha avuto meno di mezz'ora per scappare dalle loro case.
Suor Marie ha detto che non si aspettava di vedere più cosi tanta miseria e tristezza negli occhi dei rifugiati e ha aggiunto: " per me è molto difficile trovare le parole per descrivere questa tragedia, queste persone sono state sradicate dalla loro civiltà, dalla loro cultura e dalla loro terra. Sono state estirpate come erbacce, espulsi, esiliati e portati via. Il mondo deve ancora cercare di capire cosa sentono queste persone?"
 Suor Marie Claude ha vissuto dal 1975-1990 la guerra del Libano e poi  la guerra in corso in Siria e ha servito i rifugiati iracheni che sono fuggiti in Siria dopo l'invasione americana in Iraq del 2003.

"Ma mai prima di adesso ho assistito a nulla di simile" Ha detto la suora," le persone vivono per strada, mentre prima vivevano comodamente con dignità nelle loro case, il mio cuore è trafitto da un coltello"

La maggior parte degli adulti sfollati sono professionisti istruiti, medici, ingegneri, architetti, dipendenti pubblici, insegnanti e professori universitari, che prestavano servizio al popolo iracheno.

Suor Marie ha paragonato questa situazione a quella dei primi cristiani che vivevano nelle catacombe, esposti alle intemperie e a tutti i pericoli.

"Le donne son lasciate esposte nelle  strade e i marciapiedi di Irbil  in balia di tutti i tipi di violenza e di pericolo e nessuno sta facendo nulla per loro. Il mondo è in grado di vedere, ma non vuole farlo"

Durante la sua visita gli hanno raccontato di una donna incinta che viveva in una tenda con altre 20 persone e quando ha iniziato il travaglio ha partorito senza nessuna assistenza medica.
"Non c'era nulla per coprire il neonato ad eccezione di una camicia di qualcuno"
Il giorno dopo il bambino era malato e la madre mentre lo portava alla tenda del dispensario, il bambino si è gravemente ustionato per l'esposizione che ha avuto durante il tragitto.


Suor Marie vuol inviare un appello al mondo e ha detto :" cosi non può continuare.Non serve bombardare lo stato islamico, spendere 8 milioni di dollari per ogni attacco, mentre la comunità internazionale dovrebbe adoperarsi per liberare i villaggi che sono stati conquistati dai militanti islamici dello stato  attraverso le Nazioni Unite,bisogna  creare una zona protetta.Mentre l'obiettivo di queste incursioni è solo per proteggere i propri interessi e in particolare le aree ricche di petrolio.La chiesa, è una testimonianza luminosa in mezzo alla miseria, tra gli sfollati ci sono due vescovi e più di 100 suore che vivono e aiutano la gente e condividono le loro miserie"
Suor Marie Claude è stata una delle prescelte per il premio "Internazionale Woman of Courage" del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel 2010 per il suo lavoro con le donne vittime di abusi.

Questa notizia è riportata dal Catholic Herald.


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