lunedì 16 settembre 2013

Il 15 settembre del 2006 ci lasciava Oriana Fallaci una voce preziosa fuori dal coro degli yes man

Ho ammirato Oriana Fallaci mentre era in vita e mi manca la sua intelligenza, la forza della sua ragione e sopratutto un vera giornalista senza peli sulla lingua, di quelle che ti "fanno pensare" che ti scuotono e ti smuovono le domande dentro. Si definiva un'atea-cristiana, perchè come ha detto lei:" ho amato cosi tanto la vita da non potermi definire non cristiana" e ha amato molto papa Benedetto  che alla fine gli ha lasciato la sua preziosa biblioteca in eredità a quel Papa Benedetto che diceva agli atei " comportatevi come se Dio esistesse" cosa c'è di più ragionevole di questo? E Oriana lo aveva capito.

Allego alcuni pezzi delle sue lettere a mons Fisichella, con il quale nasce una bellissima amicizia che l'accompagnerà fino alla fine .
Una amicizia che inizia con una richiesta:

«Vorrei incontrare Ratzinger» 

New York, giugno 2005
Monsignore, (  monFisichella)

Lei mi ha commosso. Naturalmente sapevo bene chi fosse il Rettore della Lateranense, il vescovo che ragiona al di là degli schemi e senza curarsi dei Politically Correct. 
Ma a leggere la Sua intervista al Corriere ho rischiato davvero la lacrimina. Io che non piango mai. E mi sono sentita meno sola come quando leggo uno scrittore che si chiama Joseph Ratzinger...

Scrive  ancora a  mons Fisichella il 2 Maggio 2006

No, io non devo nulla alle sue radioterapie e alle sue chemioterapie. Devo tutto a quella settimana d'estate, a quei due giorni d'inverno, a quel giorno e mezzo di primavera, alle attese interminabili ma consolanti, alle tue parole scritte... Loro mi insultavano, mi perseguitavano, e tu mi consolavi. Loro mi denigravano e tu mi elogiavi. Loro mi ferivano e tu mi guarivi... Ora, dopo avermi aiutato a vivere, mi aiuti a morire... Sai, mi dispiace molto morire. Infatti, me ne vado con molti dispiaceri. Ma il dispiacere più grosso è averti trovato così tardi. E aver passato così poco, troppo poco, tempo con te. Non so nemmeno chi eri, com'eri... Di te so soltanto chi sei oggi. Una persona nella quale mi riconosco completamente, sebbene sia completamente diversa da te...

Forse sono ingrata. Non so accontentarmi e non penso che deve esserci un motivo per cui, come un vaso di fiori che cade dalla finestra, mi sei piombato in testa da ultimo. E il motivo è che tutto succede quando e come deve succedere. In quel "quando" e in quel "come" v'è un disegno misterioso, anzi, una logica da cui non si prescinde. Forse, se il vaso di fiori mi fosse piombato in testa prima, non ti avrei riconosciuto. Non mi sarei riconosciuta in te. Forse il regalo è giunto così tardi, nella sua logica illogicità e col suo einsteiniano rompicapo sulla Relatività del Tempo, proprio per compensarmi d'una vita infelice. (Infelice, sì. Priva di amore, di tenerezza, di affetto. E, in sostanza, di famiglia. Infatti, il mio romanzo interrotto dal maledetto 11 settembre è la ricerca disperata della famiglia). Da un anno sei tu la mia famiglia”.

Qualche mese più tardi, Monsignor Fisichella le sarebbe stato accanto nel momento del trapasso, tenendole la mano come promesso. Racconta: “L’ultima settimana di agosto, poco prima della morte, ho accudito Oriana. Era rimasta sola, abbandonata da tutti. La sofferenza era forte, ma il viso e la voce si erano trasformati. La combattente di un tempo mostrava ormai i tratti della dolcezza, segno della vicinanza dell’Altro, a cui non credeva ma che aspettava di incontrare”.
La sorpresa dopo la morte: Oriana Fallaci lascia la sua biblioteca al Papa, cioè il suo tesoro.

Grazie Oriana per essere stata : una voce preziosa fuori dal coro degli yes man.
E di non esserti mai accontentata.





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