domenica 6 aprile 2014

Spagna: Saragozza dedica una piazza al sacerdote che ha assistito a 1700 fucilazioni

 Gumersindo Estella  frate cappuccino   (1880 1974) in questi giorni   gli hanno  dedicato una piazza a Saragozza (Spagna) riconoscimento avvenuto a 75 anni dalla guerra civile e con l'accordo unanime del consiglio comunale e del suo sindaco di Saragozza.


Padre Estella Gumersindo
Fu cappellano del carcere di Torrero dal 1936 al 1942 e  accompagnò i camion delle 1700  vittime dal carcere, al muro della fucilazione dando loro assistenza spirituale e l'estrema unzione prima del colpo di grazia  .Scriveva nel suo diario che nessuno poteva assistere alle esecuzioni, era solo ad accompagnarli, solo in quelle albe sconsolate dove il plotone scortava le sue vittime, solo a consolare quegli uomini e quelle donne solo come si capisce dalle sue  parole: " ... come è triste! Sessanta o settanta passi amari per i detenuti ,  infelici tutti,  sono dentro il loro  piccolo cuore. (...) Don Tregidio gridò: «Viva Dio e il socialismo". Ancora una volta, il comandante gridò: "Fuoco!" E ho sentito la scossa fatale. Otto proiettili pieni nel corpo di ogni detenuto. E poi  caddero a terra. (...) E andai a dare loro una unzione santa e l'assoluzione e a recitare il canto funebre. Erano le sei del mattino. Entrambi i corpi erano in una pozza di sangue che innaffiavano  le viti che erano in grande quantità e si mescolavano con la rugiada. Un tenente diede loro due colpi di pistola alla testa. Il dottore venne a vedere se erano morti. E la Confraternita del Sangue di Cristo, li  dispose  sulle barelle  per portarli  al deposito riservato del  cimitero ."


 Furono 3543  i repubblicani fucilati al muro dalle prime ore del 19 luglio 1936  al 20 agosto del 1946.Don Estella ne ha assistiti 1700 e ha lasciato un diario che è stato pubblicato , dove racconta la sua sofferenza e la sua missione.

Padre Estella pensava " :La dignità umana è fondata sulla filiazione divina comune. Siamo tutti figli di Dio."

E per questo è stato il tramite con cui Gesù ha voluto portare la sua ultima carezza ai detenuti, nessun uomo senza la compagnia di Gesù avrebbe potuto sopportare tanto dolore e sofferenza.

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