Aldo Grasso contro il chiacchiericcio dei talk televisivi.
Ho trovato interessante l'articolo di Aldo Grasso sui talk di Floris e Giannini che potete trovare QUI. Grasso, lancia un appello ai due conduttori, chiedendogli di fermarsi perchè i loro programmi sono diventati una passerella per narcisi, dove la parola ha perso di significato.
Grasso dice: " fermatevi, fermatevi finchè siete in tempo, avete creato dei mostri, fermatevi per salvare la parola, che è l'unica cosa che conta nei vostri programmi! Ma deve essere una parola che lascia il segno che si fa opinione, chi non pesa le parole cade in miseria."
Ho iniziato a pensare sull'uso della parola oltre che in tv, anche nei social media, perchè abbiamo alle spalle decenni di talk televisivi dove la parola è diventata chiacchiera bulimica perchè è stata spogliata dalla riflessione,dal cuore e dal sentimento diventando ideologica o politicamente corretta. Chiacchiere prive di cultura, che ripetono lo stesso messaggio omologato, chiacchiere di potere che si svolgono nel ring televisivo.
Una bulimia narcisista che sfocia nell'anoressia del pensiero, per cui destinate a cadere in miseria. Abbiamo una tv di stato, condotta da amici del potere a cui viene dato un mandato politico, mentre quella commerciale ha il condizionamento editoriale della pubblicità e dei poteri economici e nessuna delle due hanno a cuore la parola come riflessione, ma solo la chiacchiera come audience e cosi alla fine contano sempre e solo i numeri e non le parole.
Mi pongo una domanda se da tutto questo cattivo uso della parola a cui assistiamo da decenni, sia nata l'incapacità delle persone a relazionarsi e a dialogare nel web, dove assistiamo a scontri e non a incontri, ad offese e non ascolto dell'altro, le persone sembrano dei replicanti mascherati dei narcisi che vedono in tv.
Una bulimia narcisista che sfocia nell'anoressia del pensiero, per cui destinate a cadere in miseria. Abbiamo una tv di stato, condotta da amici del potere a cui viene dato un mandato politico, mentre quella commerciale ha il condizionamento editoriale della pubblicità e dei poteri economici e nessuna delle due hanno a cuore la parola come riflessione, ma solo la chiacchiera come audience e cosi alla fine contano sempre e solo i numeri e non le parole.
Mi pongo una domanda se da tutto questo cattivo uso della parola a cui assistiamo da decenni, sia nata l'incapacità delle persone a relazionarsi e a dialogare nel web, dove assistiamo a scontri e non a incontri, ad offese e non ascolto dell'altro, le persone sembrano dei replicanti mascherati dei narcisi che vedono in tv.
Bisogna avere il coraggio di tornare a riflettere prima di parlare, immedesimarci nell'altro, educarci all'ascolto, all'accoglienza , costruire e non distruggere. Il coraggio del vero, del bello e del giusto, che ci rende capaci di ritrovare quelle parole,che nascono da noi e che ci aiutano ad aprirci all'altro per portarti un po più in là. Occorre amore a se, silenzio e riflessione, coltivare la propria anima, amare la propria cultura e questo non accade facendoci usare o riempire la testa da tante e inutili chiacchiere.
Pubblicato da libera-diritti riservati
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