Ha avuto il coraggio di far l'amore con lei prima di ucciderla, di prenderle le ultime carezze, prima di darle un pugno e le coltellate, poi ha continuato la sua mattanza facendo fuori anche i suoi figli. La banalizzazione del male è davvero mostruosa è la grande malattia di questo tempo, su cui dovremmo riflettere.
Ho spulciato nel profilo su fb di Cristina, per conoscerla un po, per capire chi era e cosa desiderava, come viveva, ed ho trovato il ritratto di una donna semplice, che amava la sua famiglia, e viveva per i suoi figli. Era stanca Cristina e per questo, stava cercando di organizzare le sue vacanze, sognava di viaggiare, di essere più libera, faceva progetti, amava cucinare, rendere bella la sua casa, anche se ho letto un po di tristezza in alcuni post e lo ha fatto con eleganza e discrezione.Il suo ultimo post datato 5 giugno contiene queste parole che riporto : " anche se nella vita tu ci sei per tutti, non è detto che tutti ci siano per te" a questa domanda di compagnia, non so se ha ricevuto risposta, lei però ci è stata fino alla fine, regalando l'ultimo sospiro di amore a quell'uomo a cui poi sgomenta ha avuto solo il tempo di chiedergli " perchè mi fai questo ?" Già perchè lo ha fatto? Lo capirà nel tempo? Ma cosa importa a questo punto, Cristina con i suoi bambini sono andati in cielo e lui dovrà solo cercare risposte per la sua coscienza, semmai riuscirà a ritrovarla. Quanta fragilità c'è in queste famiglie, quanto egoismo,quanta solitudine! Forse dovremmo preoccuparci di più di come aiutare questi giovani a sostenersi, di cosa vuol dire amare l'altro, non è possibile continuare ad assistere a queste stragi e attendere che ne accada un'altra, come se tutto è normale!
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